L’anno che è passato, l’anno verrà: il paracycling e il sogno Tokyo 2020

Anno 2017: Alessandro vince finalmente l’Europeo di paraduathlon, centrando anche l’ultimo obiettivo. Quindi titolo italiano ed europeo di paraduathlon, primo posto per il triathlon e, alla fine, il titolo più bello che non è una medaglia ma un anello d’oro…

Com’è il Carvani Minetti marito?
Beh, il matrimonio ha cambiato tutto ma fondamentalmente non ha cambiato nulla. Tutto si è magicamente rafforzato, sono sempre fulminato, anche nella vita quotidiana con lei… come dal primo momento in cui l’ho vista.

Grande Ale! Questa ci piace moltissimo. Tornando allo sport, unica cosa che non è andata è stata l’esperienza con lo sci di fondo.
È stata una bella avventura, come sempre c’ho messo l’anima, tutta la mia testardaggine e anche qualche osso… ma forse non è il mio sport. Quello che mi fa stare tranquillo è che non avuto paura di mettermi in gioco e rischiare.

E allora Tokyo 2020, paracycling, due anni allo start.
Una bella sfida: tutto dipende dalla classificazione perché, anche qui, dovremo probabilmente faticare per far capire alla Federazione internazionale che, pur con la mia disabilità, posso guidare la bici. Due anni, sì ma il lavoro è già iniziato. Non vedo l’ora di iniziare a con le gare e tornare alla bici, che è insieme alla corsa resta una delle mie passioni.

Ci spieghi la questione della nuova classificazione?
Nel 2015 ero stato classificato e inserito nella cat. C3 – rivedibile, perché la mia disabilità è rara in ambito sportivo. A questo punto si tratta di confermare o cambiare la categoria, in modo da permettermi di correre in competizioni nazionali e internazionali.

Questa volta, però, non sarà Bice ad accompagnarti, vero?
Non è ancora detto… Certo non la potrò usare così com’è, perché il sostegno per il busto è considerato “un appoggio di troppo”. La soluzione per chi ha problemi di equilibrio è il triciclo – che potrebbe far accettare anche il sostegno del busto – quindi almeno all’inizio, potremo modificare Bice. Poi vedremo se “allargare la famiglia” con un triciclo oppure no.

Francesca e i tuoi cosa pensano dell’idea di provare ad andare a Tokyo?
Come sempre, sono i miei primi tifosi, mi supportano e mi sopportano! Grazie a loro riesco a liberare la mente, superare gli attimi di sconforto, le ansie e soprattutto le mie elucubrazioni mentali: vivendo sempre con la testa tra le nuvole, mi lascio rapire e le ingigantisco sempre troppo.